Nonostante Alessandro Tassoni abbia tradotto integralmente i Politicorum libri  di Justus Lipsius a pochi anni dalla comparsa della princeps  (1589), la critica ha spesso sminuito l'impatto del pensiero lipsiano negli scritti del modenese. Il presente articolo mira a confutare tale tesi, dimostrando come i Politicorum libri  permeino in profondità il pensiero di Tassoni. Il confronto con Lipsio, caratterizzato da un forte spirito polemico, non è tuttavia esibito, ma si sviluppa attraverso un sottile gioco citazionistico: Tassoni ripropone nei suoi scritti politici vari riferimenti a Tacito che Lipsio aveva usato per sostenere il proprio pensiero assolutista, filospagnolo e conservatore, capovolgendone tuttavia il senso. 
       
       
       
      Even  if Alessandro Tassoni fully translated Justus Lipsius’ Politicorum libri a few years after the publication of the princeps edition (1589), critics have frequently diminished the impact of Lipsian  thought on his writings. This article aims at refuting this thesis, showing how  the Politicorum libri permeate  Tassoni’s ideas. However, the comparison with Lipsius, characterised by a  strong polemical spirit, is not patent. Rather, it develops through a subtle  quotation game: in his texts, Tassoni includes various references to Tacit that  Lipsius had used to sustain his absolutist, hispanophile and conservative  thought, reversing its sense.
       
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