Il saggio pone in evidenza la contrapposizione al tempo stesso strutturale e ontologica che Fenoglio realizza nella sua opera tra il mondo della Resistenza e il mondo dell’uscita dalla guerra. La prima dimensione viene trattata stilisticamente e diegeticamente come un mondo ‘assoluto’, ossia compiuto nel suo essere-avvenuto; la seconda è invece il mondo della ‘ripetizione’, dell’evenire- che-si-ripete. Questa contrapposizione non è solo legge interna dell’opera fenogliana, ma anche legge dell’evoluzione letteraria dello scrittore Fenoglio, che progressivamente mette a fuoco gli strumenti formali per rappresentare la vita quotidiana come ripetizione. Una contrapposizione che si polarizza nei due nomi di poeti con cui Fenoglio familiarizza negli anni del dopoguerra: Hopkins, poeta sublime (del partigianato) vs. Marziale poeta epigrammatico (del banale quotidiano).
This essay highlights how Fenoglio contrasts, on the one hand, the world of the resistance movement and, on the other, the world at the end of World War II. The first dimension is described as an “absolute” world, namely something that has taken place; the second dimension, instead, is the world of “repetition”, that is to say something that keeps repeating. This opposition is quite clear both in Fenoglio’s works and in Fenoglio’s literary evolution. Indeed, the writer represents daily life as a form of repetition. This contrast finds also a parallel in the two poets Fenoglio looks at in the post-war years: Hopkins, the partisan’s sublime poet, versus Martial, epigrammatic poet of everyday trifles.
torna all’indice / back to contents