Parole Rubate   Purloined Letters
   
     

 

 

Le Rime di Boccaccio ci sono giunte attraverso trascrizioni frammentarie, in gran parte non anteriori al XVI secolo. In tali condizioni, l’analisi intertestuale si presenta come il più affidabile strumento di misurazione dell’effettiva presenza dei testi nella cultura poetica delle generazioni successive. Dopo una rassegna di inconfondibili locuzioni liriche boccacciane fatte proprie dai rimatori del XIV e XV secolo, il contributo propone una più approfondita verifica attraverso l’analisi di un componimento privo di testimoni pre-cinquecenteschi, il sonetto LVI: ne emerge l’originale rielaborazione di temi e modelli (classici e medievali) compiuta dall’autore, ma anche la rilevante fortuna tre-quattrocentesca del testo, oggetto di sottile riuso da parte di non pochi rimatori dell’epoca.

 

 

 

Boccaccio’s Rime have come down to us by means of fragmentary transcriptions, most of which date no earlier than the sixteenth century. Under these conditions, intertextual analysis is the most reliable tool for measuring the effective presence of texts in the poetic culture of subsequent generations. After demonstrating how Boccaccio’s unmistakable lyrical phrases were adopted by fourteenth- and fifteenth-century rhymers, this essay focuses on a poem with no pre-sixteenth-century witnesses, namely sonnet LVI, and pays particular heed to the original reworking of themes and models (both classical and medieval) carried out by the author, as well as to the significant fourteenth- and fifteenth-century success of the text.

 

 

torna all’indice / back to contents