Parole Rubate   Purloined Letters
   
     

 

 

L’articolo esamina la modalità con cui Francesco Berni, nei capitoli e nelle prose, fece uso dei classici allo scopo di individuare nelle sue scelte retoriche e di poetica la presenza di motivi accomunanti. Emerge quanto la profonda tensione spirituale e l’opposizione alle regole classicistiche conferiscano continuità a periodi molto diversi della produzione di Berni, da quello romano dei capitoli paradossali a quello veronese al servizio di Matteo Giberti. Negli anni cruciali della crisi dell’umanesimo e della riforma della Chiesa, la poetica del paradosso cela, dietro alla citazione dei latini, anche un’originale strategia per parlare del presente. Pertanto appaiono meno contraddittorie alcune affermazioni espresse nel Dialogo contra i poeti e nel Comento alla Primiera, che invece si completano alla luce delle istanze moralizzatrici e delle modalità omiletiche del Rifacimento dell’Orlando innamorato.

 

 

 

The article examines the way in which Francesco Berni refers to the classics both in verses and in prose, aiming to identify shared motifs between his rhetorics and his poetry. The analysis shows how the spiritual tension and the opposition to classicist rules give continuity to different periods of Berni’s production, from the Roman phase in which he composed his paradoxical rhymes, to the Veronese phase in the service of Cardinal Matteo Giberti. In the crucial years of the crisis of humanism and the reform of the Church, Berni’s poetics of paradox and his references to the classics also need to be interpreted as parts of a strategy to talk about his time. Seen in this way, a number of statements in the Dialogo contra i poeti and in the Comento alla Primiera not only appear to be less contradictory, but they may also be connected to some moralizing instances and homiletic passages in the Rifacimento of the Orlando innamorato.

 

 

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