Parole Rubate   Purloined Letters
   
     

 

 

L’incipit del sonetto composto nel 1629 da Claudio Achillini in onore del re di Francia Luigi XIII è forse il verso più noto dell'intero Seicento italiano. Citato da tutti coloro che, nel corso dei secoli, si sono scagliati contro il barocco poetico, esso è assurto al ruolo di anti-exemplum sia per motivazioni estetiche (la pomposità, le figure retoriche eccessive) sia etiche (il servilismo verso lo straniero). Questo intervento propone una rassegna delle voci che hanno citato, criticato o parodiato il verso di Achillini, dalla sua prima pubblicazione fino alla metà del Novecento.

 

 


The incipit of Claudio Achillini’s sonnet, composed in 1629 to pay homage to King Louis XIII of France, is possibly the most renowned verse in seventeenth-century Italian literature. Over the centuries, it has been quoted by all those who attacked Baroque poetry, becoming an anti-exemplum for both aesthetic (pompous style, excessive rhetorical figures) and ethical reasons (servility towards a foreign monarch). This article offers an overview of the writers who have quoted, criticised or parodied Achillini’s verse from its first publication to the first half of the twentieth century.

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