Il contributo prende in esame il tema del sepolcro, ben presente nell’ambiente umanistico napoletano dove la lezione degli antichi risuona con forza. L’attenzione si ferma sull’Arcadia di Sannazaro e sulla sua religione della memoria, con i motivi della poesia eternatrice e della natura pietosa che lasciano presentire toni foscoliani. Sono numerosi, infatti, i luoghi del prosimetro accostabili al carme Dei sepolcri, in un fitto dialogo rivolto all’antichità classica e proteso, al contempo, verso suggestivi esiti novecenteschi.

 

 

This essay examines the motif of  the sepulchre, a  well represented theme in the Neapolitan humanistic ambience, where the lesson of the ancients is still very important. The article focuses on Sannazaro’s Arcadia and on his religion of memory, along with the motifs of  the eternalizing power of poetry and the pitiful nature, both anticipating Ugo Foscolo’s tones. As a matter of fact, in many cases the prosimetron may be associated to the poem Dei Sepolcri, in dialogue with the classical past, but also with the twentieth century.

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