Parole Rubate   Purloined Letters
   
     

 

 

In nessuna delle pagine scritte da Sir Arthur Conan Doyle, in cui prende vita uno dei personaggi più riusciti della letteratura inglese, Sherlock Holmes, è rintracciabile l'interiezione: "Elementary, my dear Watson!". Una ricostruzione della genesi del detective londinese e delle sue prime apparizioni fra teatro, cinema e letteratura aiuta a comprendere sia le ragioni del suo secolare successo, sia le possibili cause della presenza, nell'immaginario collettivo, della 'non-citazione'. Quest'ultima, nonostante la realtà filologica, si è talmente diffusa da essere sfruttata persino fuori dal suo contesto d'origine.

 

 


Nowhere, among Sir Arthur Conan Doyle's pages concerning one of the most celebrated characters of British literature, Sherlock Holmes, is to be found the interjection: "Elementary, my dear Watson!". Exploring the creation of the London investigator as well as Holmes' first appearance in theatre, cinema and literature, this essay will help to understand why he is still so popular and why the 'non-quotation' keeps haunting the collective imagination. Despite its philological inaccuracy, the interjection has become so famous that it has been used even outside its original context.

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