Parole Rubate   Purloined Letters
   
     

 

 

Il saggio analizza l’immagine poetica del passero solitario, soffermandosi sulla produzione di Giordano Bruno. Nel suo sonetto Mio pàssar solitario, a quella parte (1584) il filosofo sostituisce l’immagine dell’anima alata, a metà tra forma umana e forma animale, con quella meramente ornitologica, confrontandosi con uno spunto di Francesco Petrarca per prenderne le distanze. L’immagine del passero, con cui il poeta trecentesco rappresenta la solitudine di chi ama e la lontananza dalla donna amata, diventa in Bruno il simbolo della nuova poesia che raffigura l’amore divino o eroico, capace di unire il soggetto al dio immanente nell’universo infinito.

 

 


This essay focuses on the poetic image of the solitary sparrow in Giordano Bruno’s works. In his sonnet Mio pàssar solitario, a quella parte (1584), the philosopher turns the image of the half-human and half-animal winged soul into the image of a mere animal. In doing so, he concomitantly draws on and distances himself from Francesco Petrarca. Where in Petrarca’s work the image of the sparrow represents the solitude of those who love, as well as the distance of their beloved, in Bruno, instead, the sparrow symbolizes a new poetry that represents the divine or heroic love uniting the subject with immanent God, in the infinite universe.    

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