Questo contributo studia le Canzoni di Re Enzio di Giovanni Pascoli nel quadro del revivalismo medievale ottocentesco. Lontano da stilizzazioni e adattamenti, il rigore filologico dell’evocazione dei fatti storici si coniuga qui alla considerazione tragica del destino umano. Le res gestae degli Svevi e con esse l’epos di ogni tempo rivelano così la loro vanità, mentre nel riconoscimento tragico del destino umano il poeta addita la necessità di andare oltre la logica di oppressori e oppressi per affrontare la sfida dell’era nuova.
This essay examines Giovanni Pascoli’s Canzoni di Re Enzio within the nineteenth-century context of medieval revival. Far from stylizations and adaptations, the philological precision of the evocation of historical facts is linked to the tragedy of human destiny. The Swabians’ res gestae and, with them, the epos of all times reveal their vanity. In the tragic recognition of human destiny, instead, the poet sees the necessity to go beyond the logic of oppressors and oppressed, in order to face the challenges of the new era.
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