Nel 1556, autore Pompeo della Barba, esce per Giolito un commento
ai Topica di Cicerone il cui tratto più evidente è un'esemplificazione basata
sul rimando a Dante, Petrarca e Boccaccio. L'articolo ricostruisce l'ambiente culturale di appartenenza
del commentatore, e ne mostra la piena adesione ai programmi di volgarizzazione e patrocinio del toscano
della cerchia di Cosimo I. Viene analizzata poi la strategia d'uso delle varie tipologie di citazioni,
ricondotte a un duplice fine: strutturazione del volgare come lingua sociale colta, ma anche una modellazione retorica,
di taglio precettistico, della lingua poetica e letteraria. Infine, analizzando il differente approccio delle due opere,
si suggerisce che il commento risponda alla Topica di Giulio Camillo, per quanto ancora inedita.
In 1556, the printer Gabriel Giolito published a commentary written by Pompeo della Barba on Cicerones'
Topica , whose main feature was an exemplification based on Dante, Petrarch and Boccaccio.
The article investigates the cultural milieu of the commentator, illuminating how Pompeo conformed to
the cultural programs of translation, popularization and tutelage of the Tuscan volgare typical of Cosimo's circle.
The essay focuses on the various typologies and aims of quotations: providing the volgare
with a rhetorical code for both social life and literature. It then suggests that the commentary was in
dialogue with the still unpublished Topica by Giulio Camillo.
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