Parole Rubate   Purloined Letters
   
     

 

 

L’articolo esamina l’incompiuta Fabula di Narciso di Giovanni Muzzarelli (1522), episodio finora poco studiato della riappropriazione dei classici in chiave rinascimentale. Il testo è una parafrasi fedele dell’originale ovidiano che ne ricalca precise espressioni, ma al tempo stesso una riscrittura emulativa che prevede importanti contaminazioni con le Stanze di Angelo Poliziano. Le modalità degli interventi di Muzzarelli lo qualificano come interpres, in elegante equilibrio fra imitazione e libertà, autore esemplare della produzione cortigiana cinquecentesca nell’Italia settentrionale.

 

 


The purpose of this article is to analyse Giovanni Muzzarelli’s unaccomplished Fabula di Narciso (1522), a Renaissance appropriation of the Classics, which has so far been largely unexplored. With its precise reproductions of Ovid’s expressions, Muzzarelli’s work is a faithful paraphrase of Ovid’s original text. At the same time, though, it incorporates a number of contaminations with Angelo Poliziano’s Stanze. Muzzarelli’s writing qualifies him as an interpres, elegantly balancing imitation and freedom, and an exemplar writer of the sixteenth-century northern Italian courts’ production.

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