Parole Rubate   Purloined Letters
   
     

 

 

Il Piacere è il primo romanzo dannunziano, pubblicato nel 1898 e da subito accusato di plagi più o meno palesi. Ai censori Gabriele D'Annunzio rispondeva, con intelligenza critica, che l’imitatio è una forza attiva nel processo dell'elaborazione artistica e la scrittura un’azione trasversale, un ponte gettato sulle letterature e sulle altre arti. Puntando dritto al problema, egli sollevava implicitamente alcune domande centrali per il discorso sull'intertestualità: quale rapporto esiste fra un poeta e il mondo letterario che lo ha preceduto? Qual è il significato di originalità di un'opera? Partendo da questa problematica, si è cercato di analizzare Il Piacere come testo dalla complessa impalcatura transtestuale, con esempi appariscenti di paratestualità, metatestualità e ipertestualità.

 

 


D’Annunzio's first novel, Il piacere (1898), was immediately accused of more or less explicit plagiarism. With critical acumen, Gabriele D'Annunzio replied that imitation was an active force in the creative process and writing was a ‘transversal operation’, a bridge between literature and other art forms. In this fashion, he implicitly raised some crucial questions about the discourse of intertextuality: what is the relationship between a poet and his/her literary precursors? What does originality mean? From these premises, this article attempts to analyse Il piacere as a complex transtextual architecture, focusing on highly visible examples of paratextuality, metatextuality, and hypertextuality.

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